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La Transumanza

  • Gaspero Domenichini
  • 6 gen 2016
  • Tempo di lettura: 9 min

Introduzione

Una volta le cose cambiavano, ma con un tempo “umano”. Oggi, invece, siamo così abituati al cambiamento, che il cambiare stesso è naturale, anche per realtà ormai assodate, la cui variazione stravolge il vivere quotidiano (almeno per chi è più attempato). È così che anche la grandissima novità di quest'anno scolastico, che ha rivoluzionato il nostro modo di stare a scuola, sembra quasi già cestinata come una realtà ormai consolidata. Eppure si è trattato di una rivoluzione “quasi copernicana”. Infatti, come allora si dovette improvvisamente prendere atto che la Terra non era ferma con tutto il resto (Sole e pianeti) che le girava attorno, ma ad essere fermo (intendendo come sistema di riferimento) era il Sole, mentre tutti i pianeti, Terra compresa, gli giravano intorno. Ebbene: quest'anno abbiamo preso atto anche noi che la scuola (intesa come edificio) sta ferma, mentre tutto il resto (alunni e docenti) “girano”.

Sono sparite gli indirizzi delle varie classi (come dire: l'aula della 3ªD), non siamo riusciti ad avere le aule dei singoli docenti (è matematicamente impossibile), i laboratori stessi sono spesso usati come aule, attualmente non ci sono armadietti delle classi, e tutto sta ruotando, quasi “turbinando”, di continuo.

Inizialmente ci eravamo presi l'impegno di valutare i pro ed i contro, sia per la conoscenza in sé, sia per cercare di ottimizzare le regole. E si sarebbe dovuti riuscire a recepire tutte le numerose critiche e richieste, sia dei docenti che dei discenti, pur sapendo che era un compito improbo. Però a me questo compito pareva interessante, e mi sono dichiarato disponibile a fungere da punto di riferimento per questo. E dopo più di un mese di duro lavoro posso dire di essere riuscito ad ascoltare tutti coloro che sono venuti da me per comunicarmi il loro punto di vista, anche perché non è arrivato nessuno. A dire il vero ho raccolto sia critiche che suggerimenti, ma sono andato io a chiedere che cosa ne pensasse “la gente”; in particolare ho sentito spesso (all'inizio dell'anno) come vivevano la situazione le mie classi (fra cui quasi l'intero biennio).

Le motivazioni

Intanto mi piacerebbe dare un nome a questa novità, in modo da poterne parlare senza locuzioni lunghe o poco chiare, così l'ho chiamata “la transumanza”. Perché questa novità? Tutti gli alunni avrebbero dovuto aver chiare le motivazioni che ha indotto “la scuola” a fare questa scelta, ma mi sono accorto che, escludendo quelli delle classi a cui ho spiegato personalmente la situazione, quasi nessuno aveva idea del motivo principale, che spiego di seguito.

Quest'anno abbiamo una classe in più al liceo (due, se si considera anche la classe del linguistico, la 1LA), mentre le aule continuano ad essere le stesse; certo avremmo potuto utilizzare i corridoi, la biblioteca, i gabinetti, l'atrio, lo spazio all'aperto, …, e qualunque altra non adatta sistemazione, ma queste sono, per l'appunto “non adatte”. Anche per i prossimi anni si prevedono classi in più, e forse non basteranno quelle “nuove” (così “nuove” che … non ci sono ancora: si tratta di quelle del secondo piano del “puffo”). Abbiamo così deciso di attuare un'idea a cui si pensava già da diversi anni (se ben ricordo la propose il prof. Lazzari una decina di anni fa): quella della “transumanza”. L'idea si basa sul fatto che con il metodo degli anni passati (ogni classe nella “propria” aula) in realtà le aule non erano sempre occupate, infatti erano libere quelle la cui classe si trovava in palestra, nel laboratorio di fisica, di chimica o di informatica, in aula audiovisivi, in visita guidata o impegnata in attività particolari.

Si è quindi visto che attuando la transumanza, con un opportuno orario, in “n” alule si possono sistemare fino a “n+m” classi, dove nel nostro caso può essere (orario permettendo) m= 5 (palestra, laboratori di fisica, di scienze, di informatica e in futuro … di lingue).

Dopo tanti anni in cui il realizzarla è stato solo ipotizzato, ogni volta valutando come affrontare gli inevitabili problemi, ci siamo trovati a dover provare in pratica se la strada era davvero percorribile o se saremmo andati incontro a problemi insormontabili. Si voleva anche fare un sondaggio per capire come alunni e docenti valutavano questa novità, ma mi pare che non se ne senta più la necessità. Sotto riporto quindi solo la mia valutazione, ma sono richiesti anche i vostri commenti, sia sulla transumanza che sulla sua interpretazione in questo articolo.

La valutazione della transumanza

A quanto mi risulta, ad oggi le conseguenze principali sono le seguenti:

- I tempi. Si pensava che i tempi per far cambiare aula alle classi sarebbero stati elefantiaci, invece … mi pare che tutti concordino che sono inferiori a quelli degli scorsi anni (per far cambiare aula ai docenti). La cosa è senz'altro sorprendente, anche se “si può capire”.

- Rapporti con gli insegnanti. Alcuni alunni hanno lamentato che gli scorsi anni c'era più tempo, a fine lezione, per parlare con gli insegnanti (vedi sopra), invece quest'anno a fine ora c'è la necessità del trasferimento in tempi brevi. Non mi pare un vero problema: il fatto è che anche lo scorso anno non ci sarebbe stato tempo, solo che questo veniva preso a scapito della lezione successiva; ma se i ragazzi sentono la necessità di un rapporto più personale si deve trovare un modo per averlo. Invito quindi i ragazzi a richiederlo e i docenti a trovarlo.

- Le classi non sono più sistemate nella propria aula. Non avere una classe di riferimento ha creato, inizialmente, un certo problema, ma mi pare di aver capito che questo ormai è stato superato da tutti, problema che le classi prime (che alle superiori non hanno sperimentato il vecchio sistema) non hanno mai avuto. D'altra parte diversi docenti si erano aspettati di avere un'aula “tutta per sé”, ma evidentemente questo non è possibile: il numero delle aule è minore del numero delle classi (che hanno circa 30 ore a settimana) che è minore del numero dei docenti (se questi avessero tutti la cattedra di 18 ore avremmo che i docenti sarebbero i 30/18 del numero delle classi; alcuni docenti hanno più ore, ma altri ne hanno meno.) In “Harri Potter” si legge che tutti gli insegnanti hanno la loro aula …, ma si legge anche che oltre alla propria aula hanno il loro studio, che ci sono delle aule libere, che c'è la “stanza delle necessità”, … ecc., ma si capisce bene che se fosse così anche da noi, sarebbe “magia” anche da noi .... Però se non è possibile che ogni insegnante abbia la propria aula, forse è possibile che ogni insegnante faccia lezione in un'aula dedicata ad una tipologia di discipline, per cui si invitano tutti, alunni e docenti, ad attrezzare le aule per renderle idonee a quanto vi viene svolto. In questa ottica è stato attuato il progetto “spazi matematici”, che prevede di abbellire le aule dedicate alla matematica o alla fisica con materiale adeguato, come: modelli di solidi platonici (scheletri e sviluppi), macchine matematiche (per tracciare cerchi, coniche, rette, o curve particolari), poster, e quant'altro si possa trovare.

- I rapporti con le classi delle aule vicine. Diversi ragazzi si sono lamentati del fatto che durante il cambio dell'ora (in teoria è un istante, in pratica si parlava di cinque o dieci minuti) avevano modo di parlare con i ragazzi delle aule vicine (quelli che erano “a giro”, invece di essere in classe), per cui si conoscevano meglio gli altri ragazzi. Io non sono così sicuro che ciò sia così negativo, e non solo perché sono sempre stato contrario a che i ragazzi uscissero dalle aule durante i cambi di ora. L'attuale situazione è positiva soprattutto perché quest'anno la realtà delle classi non è più circoscritta al “piccolo mondo” della propria parte di corridoio, ma c'è davvero la possibilità di conoscere un po' tutti gli altri ragazzi della scuola (sia durante i trasferimenti, sia quelli delle aule vicine, durante l'intervallo) e tutti gli spazi dell'intero edificio scolastico, e di conoscerli direttamente perché ci si fa lezione, perché ci si vive.

- Il portarsi tutto dietro. Un problema reale è quello del dover prendere, ad ogni cambio di aula, tutti i propri effetti personali, cioè risistemare gli astucci e gli zaini con penne, matite, libri, quaderni, ecc.; prendere album da disegno, righe, ecc.; prendere maglie, sciarpe, giubbotti, ecc.; prendere caschi, ombrelli, ecc.; prendere le trote di compleanno, le bottiglie, i piatti, ecc.; ecc. Per queste cose non siamo ancora attrezzati, e per fortuna l'anno scolastico è iniziato a settembre e non a gennaio! Dovremmo fra non molto avere a disposizione degli armadietti per le classi (non ancora personali per i singolo alunni), e uno spazio in prossimità del contatore elettrico per mettere caschi, ombrelli e simili. Ma non è ancora abbastanza: dobbiamo pensare a nuove soluzioni. Per esempio ampliare significativamente l'uso di supporti digitali, fino a pensare di usare (almeno a scuola) solo i libri su tablet, in modo da alleggerire sia lo zaino, sia le operazioni per i cambi di ora. Da anni ho una proposta che viene comunemente ritenuta interessante dai ragazzi, ma che non siamo ancora riusciti ad attuare (e nemmeno ad iniziare): far scrivere dai ragazzi gli appunti delle lezioni in forma digitale, appunti poi corretti ed integrati da me; se l'insieme degli appunti risultasse esaustivo, potrebbe essere il nucleo di un libro di testo, e nel corso degli anni diventare abbastanza ricco da poter essere il testo ufficiale. Questo testo sarebbe “leggero”, gratis, adeguato alle lezioni, adattabile, sentito come “proprio”. Per il problema del portarsi tutto dietro urgono idee grandiose! Proponetele!

- Un cambiamento continuo. Molto apprezzato è invece il fatto che questa situazione invita a non “addormentarsi”, cosa che era molto più facile quando si stava cinque ore a filo nella stessa classe, nello stesso posto, quasi sempre fermi. Il doversi muovere, magari cambiando piano o addirittura ala quasi ogni ora, il dover cambiare prospettiva, volendo anche il posto nella classe, il non avere posto fisso anche nelle singole aule, ecc., aiuta ad essere più svegli. E permette anche di cambiare i compagni di banco durante l'anno, così che all'interno della classe ci si possa conoscere tutti meglio. Più di un insegnante mi ha detto che è contento di avere a disposizione un'aula con la LIM almeno una volta a settimana, e questa disponibilità da qualcuno è stata vista come uno sprone a cambiare almeno un po' la propria didattica.

- Il registro. Invece una nota dolente riguarda il registro: anche negli scorsi anni a volte i registri si rompevano, in particolare il tipo “a quadernone”, quello che stiamo usando ora (l'altro tipo era sicuramente molto più robusto), ma quest'anno stiamo rasentando l'incredibile: in due mesi alcuni sono stati riparati 3 volte con lo scotch; mi immagino che entro la fine dell'anno avremo scotchato tutte le pagine … e non basterà! Una soluzione a questo problema potrebbe essere usare dei registri più robusti (di ferro...?), ma sarebbe un cercare cose vecchie, la soluzione non può che essere l'eliminazione del registro cartaceo a favore di quello elettronico, ma con la rete sempre funzionante e con i computer adeguati. Altro problema con i registri è che si continuano ad infilare fogli di tutti i tipi: permessi di entrata/uscita fuori orario (una tantum e permanenti), giustificazioni, fogli per l'evacuazione, avvisi, circolari, ecc., ma con l'inconveniente di appesantirlo, di renderlo meno resistente ed il rischio di perdere della roba per la strada. La soluzione mi pare ancora quella della eliminazione di tutta questa carta.

- Luoghi per i compiti. Non tutte le aule sono indicate per fare i compiti (per esempio io faccio spesso lezione in laboratorio, che non è aduguato), in particolare per le classi molto numerose. Lo scorso anno le classi più grandi erano sistemate in aule più capienti, quest'anno non è possibile fare questo perché le aule variano, ma è più naturale e più facile cambiare aula per sceglierne una più adeguata ad un compito, basta rinvenirsi per tempo e vedere se ce n'è una fra le due o tre aule che sono libere, oppure sceglierne una già occupata e mettersi d'accordo con l'insegnante che vi è in orario.

- Le difficoltà dello spostamento. Mi pare che nessuno si sia lamentato per le difficoltà dello spostamento, anche perché queste possono essere un aiuto alla promozione dell'autonomia degli studenti. A me pare che dovremmo migliorare un po' la tecnica, in particolare sulle scale, perché se si tenta di fare le scale “a coppie” (come dire: “in fila per due”, cioè parlando con il compagno accanto), quando si incontra la fila che va nel verso opposto ci si trova “in quattro”, e non si riesce a passare, così si rallenta, ci si ferma, e si prova a passare “di traverso”. Sarebbe molto più veloce se di procedesse “in fila per uno” (la cosiddetta “fila indiana”), sempre, o almeno sulle scale.

Definizione di “transumanza” (*)

Riporto parte della definizione di “transumanza” dell'enciclopedia online Treccani (fra parentesi quadre ci sono i miei commenti):

«Complesso delle migrazioni stagionali su largo raggio territoriale, e con accentuato dislivello verticale [la scuola è su tre piani], con cui animali di grossa o media taglia si spostano dalle regioni di pianura alle regioni di montagna e viceversa, spontaneamente o condottivi dall’uomo [dai docenti o da chi fa l'orario], percorrendo particolari vie naturali (tratturi) nelle regioni a economia poco sviluppata».

Oggettivamente sembra una definizione data proprio per la nostra realtà: che ne dite?.


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