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Assemblea sul giorno della memoria

  • Giorgio De Girolamo
  • 30 gen 2016
  • Tempo di lettura: 2 min

Ho scelto di scrivere la mia opinione per cercare di far riflettere su ciò che è emerso dall'assemblea di mercoledì scorso, organizzata in occasione del giorno della memoria. Ho sentito dire che avremmo dovuto sentirci fortunati perché non in tutte le scuole la fanno.

Anzitutto commemorare il giorno della memoria il 27 gennaio e farne in una scuola un'assemblea non è un dovere, e spesso le cose è meglio non farle che farle male. Sicuramente sono ancora "troppo piccolo" per criticare ciò che è stato fatto e spiegare a voi "più grandi" come si organizza un'assemblea, e onestamente ammetto che non saprei cosa dirvi. Però, in meritò a ciò che è successo mercoledì, penso di potervi almeno dire che, secondo me, nel gruppo di due classi prime di cui facevo parte, è maturato, e giustamente, un forte disinteresse, e io stesso mi sono allontanato quasi subito dalla discussione, ritenendola troppo poco dinamica e fine a se stessa: alla comprensione di un film che narra un episodio marginale e successivo alla tragedia che, teoricamente, quel giorno dovremmo ricordare; una storia che, anche se tratta contenuti molto importanti, non ci fa riflettere davvero sui problemi ancora irrisolti dai tempi della Shoah e sui peggioramenti che nel tempo si sono costruiti sulle macerie di un disastro, non ci fa capire che dovremmo essere più rispettosi degli altri e delle diversità, più solidali e fraterni, meno egoisti ed egocentrici, meno "false vittime" e più generosi, non ci fa immedesimare in un povero deportato e, per almeno un paio d'ore, come invece un banale film sull'olocausto farebbe, non ci fa capire le difficoltà di sopravvivenza, anche psicologica, comuni ai tempi della tragedia nazista, importanti per mostrarci la fortuna che abbiamo oggi, frutto del lavoro di grandi uomini che hanno combattuto per renderci liberi.

Sono sicuro che avrete valutato cause e conseguenze nella scelta di come organizzare la giornata ma, a mia opinione, sarebbe stato molto più apprezzata, almeno nelle prime, una discussione reciproca, senza il mezzo del film, parlando anche delle cose più banali, lasciando esprimere anche chi dice idiozie, chiedendo a tutti cosa pensano debba essere la memoria di un evento così tragico e terribile. Perché c'è chi reagisce con un hashtag, chi con il silenzio, chi con l'indifferenza e chi invece ha voglia di discutere e, per soddisfare le esigenze di tutti, spesso la semplicità è la soluzione migliore.

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