La banalità del male
- Alice Nesi
- 27 gen 2016
- Tempo di lettura: 3 min

Molti conoscono il nome di Hannah Frank, ma é esistita un'altra "Hannah" che meno gente conosce. Hannah Arendt, seppur anche lei ebrea ha una differenza dalla ragazza conosciuta da tutti come Hannah Frank.
Hannah ha avuto la possibilità di sopravvivere ed é fuggita alla shoah rifugiandosi in America, dopo aver passato un determinato tempo in un lager. Ha vissuto come molti altri sopravvissuti coi ricordi orribili che la sua esperienza le ha fatto provare. Questa donna ha avuto l'opportunità, essendo una famosa scrittrice e insegnante di filosofia, di far conoscere al mondo il caso Eichmain. Dopo aver assistito al processo la Arendt ha consegnato l'articolo a un giornale che lo ha pubblicato. Non é tanto la storia in sé di una strordinaria unicità, ma sono le riflessioni che questa esperienza ha portato a nascere nel pensiero della Arendt.
Era partita già all'inizio con l'idea di trovarsi davanti a un mostro, ma dopo averlo visto si é accorta che era un uomo, un uomo come tanti. La sua vita passata a studiare e insegnare la filosofia l'ha portata a riflettere su quel "male" commesso da quegli uomini. Afferma al mondo che le singole azioni compiute dai singoli uomini, essenzialmente nella società del tempo non erano un crimine. Molti per questo la accusano di essere un'ebrea traditrice a favore del nazzismo. Ció che lei ha scritto in quegli articoli fu frainteso. Fu indetta una conferenza in cui lei spiegó il significato delle sue parole. L'azione dei singoli furono azioni abitudinali: come per esempio fare dei controlli all'anagrafe o semplicemente di far salire delle persone su un treno. É l'insieme di tutte queste azioni che piano piano ha portato le persone che vivevano sotto il regime a non pensare più, a obbedire per non essere uccise e a diventare poi non più persone. Questo li ha portati a uccidere milioni di persone senza dare importanza a ció che facevano. Con le sue parole la Arendt volle far capire al mondo "la banalità" e "l'insensatezza" di quel male che ha portato alla morte sei milioni di ebrei. La banalità
di questo male che era arrivato a diventare una normalità accettata.
La gente per quanto poteva sapeva che non era il bene, ma secondo la legge era considerato giusto. Questo portó la gente ad obbedire e ad adempire nel suo piccolo ad azioni abitudinali che si sono rivelate insieme mortali. L'insensatezza si quel male che era visto come il bene o la normalità. Con le sue parole non voleva difendere nessuno, volle semplicemente riflettere sul perché tutto ció era accaduto. Le sue parole sono importanti per il significato che hanno. Portano a far capire che azioni del genere sono accadute in passato e nostro malgrado non possiamo dire con certezza che non riaccadranno in futuro.
É proprio questo il senso del giorno della memoria, ricordare ció che é accaduto per evitare che possa risuccedere. Ricordiamo al fine che quella faccia della moneta della quale fa parte la shoah resti nascosta, ma non possiamo negare che una moneta ha bisogno di entrambe le facce. In fondo non sappiamo cosa ci porterà il futuro, se un giorno riaccadrà un evento simile. Se un giorno ci spingessero a scegliere tra una normalità sbagliata e una scelta giusta ma che comporta il fallimento non solo della propria vita ma anche di tutta la propria famiglia avremmo il coraggio di opporci? Avremmo la volontà e la forza di credere nelle nostre idee fino al punto di morire per fare la cosa giusta?
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